Questa operazione consente al dentista di rilevare in bocca e di trasferire
su un modello da laboratorio il lavoro fatto sul dente dopo la sua
trasformazione in moncone.
La protesi fissa in effetti, qualunque essa sia, viene fabbricata in un
laboratorio da un artigiano odontotecnico, che lavora su una riproduzione della
bocca originale del paziente fatta in gesso colato nell'impronta presa dal
dentista direttamente sul paziente.
a) Il cucchiaio
Questo dispositivo è in pratica una vaschetta di solito metallica
grossolanamente a forma arcuata e disponibile in varie misure che deve contenere
la pasta da impronta e condurla in bocca. Ne esistono di traforati o pieni, a
seconda dell'uso che viene fatto e del materiale o della tecnica di impronta
preferite.
In casi particolari, si può preferire la costruzione di un cucchiaio detto
"individuale" che sarà fabbricato su misura in laboratorio e di solito è fatto
in resina.
b) La pasta da impronta
In protesi fissa si usano principalmente due tipi di pasta da impronta per il
rilievo del calco principale: il silicone, o il polietere. Ambedue i sistemi
possono essere usati con una tecnica a impronta singola, oppure a doppia
impronta.
Il professionista sceglie il materiale preferito in base alla sua esperienza
ed in base al buon accordo con il suo laboratorio di riferimento, per
ottimizzare i vari passaggi e ridurre il margine di errore
c) Il filo di retrazione
Si tratta di una piccola fibra che viene inserita tra il dente e la gengiva
che lo circonda al colletto, e che serve ad allontanare momentaneamente la
gengiva dal moncone, allargando il solco gengivale naturale. Questo consente
alla pasta da impronta di inserirsi nello spazio così creato, rilevando in modo
nitido i bordi di preparazione protesica. Può essere adoperato a giro singolo o
doppio: nel primo caso il filo viene rimosso un attimo prima di inserire il
cucchiaio da impronta, nel secondo caso, uno dei due fili potrebbe rimanere in
sede anche durante l'impronta ed essere rimosso dopo.
d) La tecnica
Consiste semplicemente nell'inserire in bocca il cucchiaio carico di pasta da
impronta e di immergere con essa l'arcata dentale. Reggendolo opportunamente, il
dentista attende l'indurimento del materiale e poi toglie con cautela il
cucchiaio dalla bocca. Un silicone od un polietere hanno un tempo di indurimento
variabile tra 2 e 5 minuti, a seconda della consistenza e della temperatura.
In questa fase, specialmente se si tratta di una impronta dell'aracata
superiore, il paziente potrebbe avere la sgradevole sensazione del riflesso del
vomito. Il dentista consiglierà di respirare con calma attraverso il naso e
potrà a volte aiutare il paziente mettendo sotto il naso un batuffolo di cotone
imbevuto di alcol.